Biografia

(Roma, 1916-1995)

Carriera (Abstract)

 

“Erede di una famiglia d’arte “non reale ma dignitosa”, come lui stesso amava definirla, che inizia con il padre Raffaele (in arte Nello) attore del muto e d’avanguardia e il fratello Memmo, anch’egli attore, Mario Carotenuto é stato uno degli interpreti più singolari del Cinema e del Teatro italiano.

La sua Accademia fu la strada, di cui andava fiero e dalla quale trasse spunto per le sue svariate ed indimenticabili interpretazioni sia in teatro che in cinema.

Conteso dai maggiori produttori e registi degli anni ’50 – ’60 é sempre presente nei loro film nei panni dell’italiano piccolo borghese, simpatico, del dopoguerra che ha fatto i soldi.

Attore poliedrico passa dalla radio, all’avanspettacolo, alla rivista, al varietà, al teatro, al cinema e alla televisione: è lui l’uomo fortunato “nato con la camicia” di un famoso Carosello degli anni ’60.

Nel ’49, l’esordio cinematografico in Marakatumba, ma non é una rumba, un film diretto da Edmondo Lozzi e da qui una serie di oltre 150 titoli dalle Commedie più nobili degli anni ’50 – ’60 a quelle più commerciali degli anni ’70 – ’80. A chi gli domandava “ma lei, cosa preferisce fare?” rispondeva: “Io non preferisco. Lavoro”.

Autorevoli critici lo definirono come “l’essenza della Commedia all’italiana, tutta” ed altri ancora dissero di lui “pur non essendo sempre protagonista delle opere che interpretava, Carotenuto non fu un “caratterista”: lo testimoniano le sue grandi interpretazioni teatrali e definirlo così, sarebbe fargli un torto. Egli fu soprattutto quello che nell’800-‘900 veniva chiamato “promiscuo” ovvero un attore maturo in grado di recitare sia nel genere comico sia nel drammatico; un interprete che per le sue qualità intrinseche ora può identificarsi nel ruolo di comprimario ora in quello di protagonista. Ecco, Mario Carotenuto era questo.”

Di fatto, tutto il Cinema italiano lo ha avuto per compagno e non per “spalla” perché rappresentava quel personaggio insostituibile del Commendatore, maneggione, attento al fascino femminile e simpatico dell’Italia del boom economico.

“Se Sordi – s’é scritto – é stato il protagonista della storia di un italiano medio, Carotenuto ne rappresenta il contrappunto, aggiungendo non poche sfaccettature a questo ritratto, con le sue moltissime rappresentazioni dei vizi degli “italiani brava gente”.

Straordinario Peachum nell’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht diretto da Giorgio Strehler nel ’56 che gli valse il Premio San Genesio e le congratulazioni dello stesso autore, che lo paragonò a Ernst Bush del Berliner Ensemble. Altrettanto famoso il suo Doolittle in My fair Lady, commedia musicale di Garinei e Giovannini con Delia Scala e Gianrico Tedeschi.

Impossibile elencare tutti i suoi personaggi, i film e gli spettacoli cui ha partecipato. Ricordiamo in cinema: La Spiaggia di Lattuada del ’55, Lo scopone scientifico di Comencini del ’72 con cui vinse il Nastro d’Argento come migliore attore non protagonista, Girolimoni di Damiani, dello stesso anno, nel ruolo magistrale del vetturino, Febbre da cavallo del ’76 di Steno, noto ai più giovani, e in teatro le Commedie musicali di Garinei e Giovanni dagli anni ’50 agli anni ’80, i Giganti della Montagna di Pirandello del ’66, Riccardo III del ’68, Il Mercante di Venezia dell’ ’85 e Falstaff dell’ ’88 di Skakespare, Ritorno a casa di Pinter del ’74, L’Avaro di Molière dell’ ’87, il Burbero benefico di Goldoni del ’90, poi ripreso nel ‘93, e molti altri drammi classici e moderni, italiani e stranieri realizzati per la televisione.

In Romanzo di un giovane povero di Ettore Scola del ’95, Mario Carotenuto offre la sua ultima interpretazione sofferta e calibrata, nella parte del vecchio tipografo Pieralisi, accanto ad Alberto Sordi e Rolando Ravello ma non ha avuto il tempo di vedere nelle sale il risultato di quest’ultima prova, presentata e applaudita a Venezia come il suo testamento d’attore.”